Conitec apre una consultazione pubblica per includere Wegovy nel SUS

La Commissione Nazionale per l'Integrazione delle Tecnologie nel Sistema Sanitario Unificato (Conitec), un'agenzia del Ministero della Salute, ha avviato una consultazione pubblica per conoscere l'opinione dei cittadini sull'inclusione del semaglutide tra i farmaci offerti dal SUS. La sostanza, utilizzata nel trattamento del diabete di tipo 2 e dell'obesità, è alla base di Ozempic e Wegovy.
La proposta riguarda la fornitura gratuita di semaglutide 2,4 mg, una formula di Wegovy, per pazienti con obesità di grado II e III, senza diabete, di età pari o superiore a 45 anni e con patologie cardiovascolari accertate, come infarto miocardico o ictus pregresso. La comunità può inviare resoconti e valutazioni tramite un modulo online fino al 30 giugno.
Se approvato, questo sarà il primo trattamento farmacologico per la malattia disponibile nel sistema sanitario pubblico. Attualmente, il SUS fornisce solo approcci come consigli dietetici, incoraggiamento all'attività fisica e supporto psicologico, oltre alla chirurgia bariatrica in casi specifici.
Primo parere
Nell'analisi presentata a Conitec dall'azienda farmaceutica Novo Nordisk, il costo annuo per paziente ammonterebbe a 34.000 R$ e ogni paziente utilizzerebbe il farmaco per due anni. In questo scenario, il costo per il SUS in cinque anni ammonterebbe a 3,4-3,9 miliardi di R$.
Conitec, tuttavia, ha stimato che i costi sarebbero stati diversi. Considerando che l'obesità è una malattia cronica e che il semaglutide verrebbe utilizzato in modo continuativo, la commissione ha calcolato che il costo per paziente ammonterebbe a 300.000 R$ e che in cinque anni potrebbe raggiungere i 7 miliardi di R$.
Alla luce di questi numeri, il comitato ha deciso, in una riunione tenutasi a maggio, di raccomandare in via preliminare che il semaglutide non venga inserito nel SUS. Ora toccherà a pazienti, operatori sanitari, dirigenti e alla popolazione generale esprimere la propria opinione.
Lacune
Per l'endocrinologa Maria Edna de Melo, direttrice del dipartimento di obesità della Società Brasiliana di Endocrinologia e Metabolismo (SBEM), la decisione preliminare non è stata saggia. "Il dossier presentato presentava un rapporto costo-efficacia che si è dimostrato adeguato, tuttavia la valutazione del Conitec ne ha ampliato l'utilizzo, rendendolo inaccessibile".
Afferma che, in effetti, l'ideale sarebbe un uso continuativo del farmaco, ma esistono prove di benefici per un periodo di tempo limitato. "È necessario chiedersi: è meglio usarlo per un periodo limitato o non usarlo affatto?", sottolinea.
IstoÉ