Il PGR respinge l'idea che la specializzazione sia in gioco con lo spostamento dei magistrati

La Procura generale della Repubblica (PGR) ha respinto l'idea che sia in gioco la specializzazione dei pubblici ministeri nell'ambito del movimento dei magistrati del Pubblico Ministero, sostenendo che l'obiettivo è ottimizzare le risorse esistenti. "L'opzione adottata non compromette la specializzazione, che rimane la norma per la stragrande maggioranza dei magistrati. L'obiettivo è ottimizzare le risorse esistenti al fine di contribuire a un più efficace adempimento della missione assegnata alla Procura della Repubblica e a un migliore servizio ai cittadini", ha affermato la Procura Generale della Repubblica in una nota diffusa sabato.
Questa posizione è stata espressa dopo che il Sindacato dei Magistrati della Procura della Repubblica (SMMP) ha accusato il Consiglio superiore di aver messo "l'ultimo chiodo" alla specializzazione dei procuratori, volendo avere professionisti che uniscano l'ambito civile, penale e della famiglia e dei minori.

La questione è l'avviso di apertura del turno dei magistrati della Procura della Repubblica, pubblicato il 4 giugno sulla Gazzetta Ufficiale, che include i posti che i procuratori occuperanno a partire da settembre in più dipartimenti e tribunali contemporaneamente.
La procedura, che l'SMMP auspica venga annullata, è di competenza del Consiglio Superiore della Procura della Repubblica (CSMP), il massimo organo direttivo e disciplinare integrato nella Procura Generale. L'SMMP ha associato la decisione dell'organo superiore alla "mancanza di magistrati" e ha avvertito che questi ultimi subiranno "un enorme aumento del volume di lavoro, [...] in molti casi insostenibile".
Nel comunicato diffuso, il PGR ha affermato che lo spostamento dei magistrati è stato predisposto nell'ambito di un gruppo di lavoro creato con decisione del CSMP del 6 novembre 2024.
"Data la riconosciuta e nota carenza di risorse umane, il gruppo di lavoro ha da allora realizzato un censimento, il più esaustivo possibile, di elementi oggettivi e attuali che consentissero una conoscenza rigorosa del volume di notifica (iscrizioni processuali e cause pendenti nonché esigenze esistenti in termini di rappresentanza in giudizio) in tutte le procure e dipartimenti del Paese", ha affermato inoltre la PGR.
Nella dichiarazione si afferma che lo scopo di questa indagine è quello di fornire una soluzione gestionale più efficiente, data la cessazione delle funzioni dei magistrati della Procura della Repubblica e la mancanza di nuovi magistrati quest'anno.
Il PGR ha inoltre affermato che, dopo aver raccolto i dati e aver svolto diverse riunioni, si è ritenuto che il modo per ridurre al minimo il deficit dei magistrati della Procura della Repubblica sarebbe stato quello di concedere maggiore autonomia ai procuratori generali regionali e ai magistrati della Procura della Repubblica di coordinamento distrettuale, in modo che, "in caso di rilevante necessità, con maggiore opportunità e opportunità, possano gestire le risorse disponibili, sempre con il monitoraggio del CSMP".
Secondo la Procura generale, la soluzione trovata non mira ad aumentare il carico di lavoro dei magistrati, bensì a "tradursi in una riduzione del lavoro per coloro che sono oberati di lavoro", attraverso l'adozione di misure che consentano di bilanciare il carico di lavoro esistente tra tutti i magistrati di un distretto.
"Il Procuratore Generale della Repubblica, come ha fatto finora, riceve l'Unione dei Pubblici Ministeri ogniqualvolta gli venga richiesto", conclude la nota.
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