Le vendite di farmaci contro l'obesità fino ad aprile sono quasi pari al totale del 2024

Nei primi quattro mesi del 2025 sono state vendute più di 111.000 confezioni di medicinali per il trattamento dell'obesità, quasi quanto nell'intero 2024, secondo i dati resi noti oggi a Lusa.
Nonostante non siano sovvenzionati e rappresentino un costo elevato (può raggiungere i 245 euro al mese), la domanda di questi medicinali non ha smesso di crescere: le vendite sono quasi raddoppiate negli ultimi cinque anni, passando da 45.790 confezioni nel 2019 a 119.588 nel 2024, secondo i dati dell'Associazione nazionale delle farmacie (ANF), basati sulle informazioni di Health Market Research (HMR).
Il co-pagamento di questi farmaci – con i principi attivi Bupropione + Naltrexone, Liraglutide, Orlistat, Semaglutide e Tirzepatide – è stato richiesto da specialisti, medici e associazioni di pazienti, che ne difendono l'importanza nella lotta contro l'obesità, che colpisce il 15,9% degli adulti portoghesi, e il sovrappeso, che colpisce il 37,3% della popolazione adulta.
I dati diffusi in occasione della Giornata nazionale per la lotta all'obesità, che si celebra sabato, evidenziano una crescita costante anno dopo anno.
Nel 2019 sono stati venduti 45.790 pacchetti, nel 2020 46.500 (+1,6%), nel 2021 55.173 (+18,7%), nel 2022 60.259 (+9,2%) e nel 2023 82.513 (+36,9%).
La crescita più significativa si è verificata nel 2024, con 119.588 pacchetti venduti (+44,9%). Quest'anno, fino ad aprile, ne sono già state messe a disposizione 111.093.
Parlando con Lusa, il presidente della Società portoghese per lo studio dell'obesità, José Silva Nunes, ha sottolineato l'importanza di sovvenzionare il costo di questi farmaci, che li rende inaccessibili per molte famiglie.
"Ora disponiamo di farmaci molto più potenti per il trattamento dell'obesità, ma sono costosi e non sovvenzionati, il che limita notevolmente l'accesso delle persone affette da questa malattia a trattamenti efficaci", si è lamentato l'endocrinologo.
José Silva Nunes ha osservato che sono le classi più svantaggiate, dove la prevalenza dell’obesità è maggiore, ad “avere maggiori difficoltà ad accedere a trattamenti efficaci, sia farmacologici che chirurgici”.
Nonostante tutto, il Servizio Sanitario Nazionale continua a fornire interventi chirurgici a costo zero. È vero che i tempi di attesa sono lunghi, ma c'è una luce in fondo al tunnel. Per quanto riguarda i farmaci, non essendoci alcun rimborso, non si tratta di lunghi tempi di attesa, ma semplicemente dell'impossibilità di accedere a quest'arma terapeutica", ha sottolineato.
L'esperto, pur riconoscendo i costi che la compartecipazione rappresenta per lo Stato, ritiene che, nel medio e lungo termine, questa misura comporterà chiari benefici in termini di rapporto costo-efficacia.
Anche il presidente dell'Associazione portoghese delle persone che convivono con l'obesità (ADEXO), Carlos Oliveira, ha avvertito che "le persone con la stessa malattia non possono essere trattate in modo diverso", considerando che si tratta di "una discriminazione commessa dallo Stato stesso".
Carlos Oliveira auspica che il nuovo Governo prosegua il lavoro svolto e approvi il contributo nel 2025.
"Questa è una delle misure che aspettiamo, soprattutto perché la situazione attuale è discriminatoria. Le persone a cui è indicato un intervento chirurgico ricevono il rimborso completo delle cure", mentre coloro a cui è indicato solo un trattamento farmacologico "non ricevono alcun tipo di supporto".
Secondo lo studio Cost and Burden of Obesity, pubblicato alla fine dello scorso anno, l'obesità e la preobesità rappresentano un costo diretto annuo di 1,14 miliardi di euro in Portogallo.
“Anche dal punto di vista economico, l’obesità ha un impatto brutale, che corrisponde a quasi il 6% della spesa sanitaria”, ha concluso José Silva Nunes.
jornaleconomico