Lagarde in uscita, la Bce smentisce: l’indiscrezione diventa un cortocircuito

Cresce l’attenzione attorno al futuro di Christine Lagarde, alla guida della Banca centrale europea dal 2019 e teoricamente in carica fino al 31 ottobre 2027. Le indiscrezioni rilanciate dal Financial Times su una sua possibile uscita anticipata per assumere un nuovo incarico alla testa del World Economic Forum hanno provocato uno scossone in piena regola, alimentato dalle dichiarazioni del fondatore dell’organizzazione, Klaus Schwab, e amplificato dal silenzio iniziale della Bce.
Il tutto ha poi richiesto una smentita ufficiale, arrivata con toni piuttosto netti da Francoforte, che però non ha placato il polverone.
L’Eurotower vive una fase complessa: i prezzi non si sono ancora stabilizzati, l’orientamento sui tassi è tutto fuorché lineare, e il progetto dell’euro digitale richiede coerenza comunicativa e solidità decisionale.
Quindi, anche solo evocare una successione improvvisa equivale a scatenare un effetto domino dentro e fuori l’area euro. Il caos nato attorno alla posizione di Lagarde non è un problema di gossip politico-finanziario: è un corto circuito di fiducia in un momento in cui la Bce non può permettersi di essere percepita come fragile.
La rivelazione del fondatore del Forum di DavosA dare corpo alle speculazioni è stato Klaus Schwab, figura storica del World Economic Forum, che in un’intervista al Financial Times ha affermato di aver avviato, da tempo, un confronto con Lagarde su un possibile passaggio di consegne alla guida dell’organizzazione da lui stesso fondata.
Secondo il racconto di Schwab, il dialogo non sarebbe episodico ma parte di una trattativa strutturata, per inserire l’attuale presidente della Bce ai vertici del Forum di Ginevra.
Un incontro a Francoforte e l’ipotesi transizioneIl confronto più recente tra i due si sarebbe tenuto all’inizio di aprile nella sede della Bce. In quell’occasione, Schwab avrebbe avanzato un piano per organizzare l’ingresso di Lagarde alla guida del Forum, ipotizzando un passaggio entro i primi mesi del 2027.
L’idea era quella di consentirle di insediarsi con alcuni mesi di anticipo rispetto alla fine del suo incarico alla Banca centrale. L’uscita anticipata sarebbe stata subordinata, secondo le ricostruzioni del quotidiano britannico, al ritorno dell’inflazione dell’area euro intorno al valore obiettivo del 2%.
Un nuovo alloggio sul lago di GinevraTra gli elementi operativi della proposta, Schwab ha indicato anche la possibilità di riservare a Lagarde un appartamento presso Villa Mundi, una delle residenze riconducibili al Wef sulle sponde del Lemano.
Un dettaglio che, secondo l’87enne economista, testimonierebbe quanto la transizione fosse ormai sulla buona strada. L’accordo avrebbe incluso un’intesa informale per consentirle di trasferirsi in Svizzera.
L’indagine interna al Wef e il tempismo delle rivelazioniLa notizia delle conversazioni tra Lagarde e Schwab arriva in un momento delicato per il World Economic Forum. Proprio a Pasqua, Schwab ha lasciato la presidenza dell’organizzazione, in parallelo all’apertura di un’inchiesta interna scaturita da una lettera contenente gravi accuse nei suoi confronti e in quelli della consorte.
La Bce non ha per ora confermato le indiscrezioni sul futuro della sua presidente, mantenendo il riserbo sul possibile scenario successorio. La posizione di vertice al Wef è attualmente ricoperta ad interim da Peter Brabeck-Letmathe, ex amministratore delegato di Nestlé, mentre la procedura per nominare un successore stabile resta in corso.
La smentita ufficiale da FrancoforteDopo che le ricostruzioni del quotidiano britannico e dell’agenzia Reuters hanno trovato ampia eco, è arrivata la presa di posizione ufficiale della Banca centrale. Un portavoce ha dichiarato che “la Presidente Lagarde si è sempre impegnata pienamente a portare a termine la sua missione ed è determinata a completare il suo mandato”.
L’incarico alla guida dell’istituto di Francoforte, che non può essere rinnovato, scadrà il 31 ottobre 2027.
Le indiscrezioni che circolano su un possibile approdo a Davos erano già emerse in passato, presentate come auspici più che ipotesi concrete. Secondo alcuni osservatori, si trattava di voci interne al Forum, rilanciate forse per recuperare terreno in un momento di difficoltà reputazionale per l’organizzazione.
Un momento strategico per l’euro e i mercatiIl rumore generato dall’ipotesi di un passaggio di Lagarde al Wef esplode in un momento di particolare vulnerabilità per la Bce. A Francoforte, da settimane, si moltiplicano le perplessità sull’efficacia dell’attuale linea di politica monetaria, e l’approccio seguito dai vertici dell’istituto viene letto da più parti come incerto e frammentato.
La prospettiva di un taglio dei tassi in estate, anziché fornire chiarezza, ha aperto nuovi fronti interpretativi, anche a causa delle ultime dichiarazioni di Philip Lane, che hanno evidenziato l’instabilità di alcune dinamiche inflazionistiche.
Contestualmente, l’Eurotower è immersa nella costruzione dell’euro digitale, strumento pensato per garantire sovranità in uno scenario dove attori esterni potrebbero compromettere il controllo sulla moneta.
E così, il ventilato addio di Lagarde assume i contorni di un inciampo istituzionale, un elemento di discontinuità capace di indebolire ulteriormente la percezione di solidità dell’istituzione centrale dell’Eurozona.
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