«Il Teatro Petruzzelli è decisivo per la cultura pugliese»

Il 30 aprile scorso il Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro Petruzzelli ha approvato il bilancio consuntivo del 2024, l’ultimo della gestione Biscardi, passato a dirigere l’Accademia di Santa Cecilia in Roma.
Dal 21 febbraio scorso, a rappresentare il Teatro è il direttore amministrativo Nicola Grazioso al quale il Sindaco di Bari, Vito Leccese, ha conferito i poteri ad interim del sovrintendente.
Dottor Grazioso, vuole essere chiamato sovrintendente o direttore?
«Nicola va benissimo».
Com’è nata la sua collaborazione nell’ambito della Fondazione Teatro Petruzzelli?
«La mia collaborazione è cominciata con la riapertura del Teatro Petruzzelli, con il conseguente incremento della produzione artistica e del numero di dipendenti e collaboratori, quando il sovrintendente Giandomenico Vaccari mi chiamò quale consulente esterno, affidandomi il compito di creare e strutturare, nell’ambito della direzione del personale, il settore che si sarebbe dovuto occupare della gestione amministrativa.
Successivamente, ad inizi 2016, a seguito delle note vicende corruttive e giudiziarie del teatro, il Presidente Gianrico Carofiglio mi affidò il compito di coordinare la cabina di regia che si occupò di riorganizzare l’intera struttura amministrativa dell’ente, con l’istituzione dei principali regolamenti ed adempimenti, primo su tutti il piano anticorruzione e della trasparenza.
Dunque, sul finire del 2016, raccolsi la proposta di Massimo Biscardi di occuparmi unicamente della Fondazione Petruzzelli, coadiuvandolo nella gestione amministrativa».
Quindi possiamo affermare che lei è abituato a svolgere il ruolo di traghettatore?
«Si tratta di periodi storici della Fondazione Petruzzelli molto diversi tra loro, non paragonabili. Sicuramente, non mi tiro indietro quando ce n’è bisogno; in entrambi i casi, ho avuto occasioni straordinarie che mi hanno consentito di crescere professionalmente ed umanamente.
All’epoca della cabina di regia, con i colleghi Triggiani e Attanasio ebbi l’occasione di disegnare una nuova organizzazione della struttura amministrativa che, negli anni successivi, grazie al ruolo di dirigente amministrativo, ho avuto modo di perfezionare. In questo caso, il nuovo e temporaneo incarico, mi consente di crescere su aspetti di gestione artistica, potendo contare sui preziosi insegnamenti di Massimo Biscardi».
Cosa ci dice in merito al Bilancio 2024? Quali sono i suoi punti di forza e debolezza?
«Da direttore amministrativo, questo è il decimo bilancio di esercizio che predispongo e sottopongo al consiglio direttivo.
Il bilancio 2024 segna gli effetti della definitiva uscita dal periodo post emergenza sanitaria che aveva prodotto un cambiamento delle abitudini del pubblico. Finalmente, il Teatro riprende la sua marcia in avanti.
Si incrementano i ricavi propri, sia quelli da biglietteria ed abbonamenti, che sfiorano i 2 milioni di euro, sia quelli da proventi del Teatro Petruzzelli, che superano i 900 mila euro. Sono le voci più significative e che fotografano la ripresa, avvicinandoci al lontano 2019 che per noi rappresenta il punto più alto dal punto di vista dei ricavi.
Nonostante una stagione artistica di sicuro livello, nel 2024, siamo riusciti ad ottimizzare e ridurre i costi correlati alla produzione artistica, rispetto all’esercizio precedente, che si attestano complessivamente poco al di sopra dei 5 milioni di euro.
Infine, segnalo l’oculatezza che ha contraddistinto la gestione degli ultimi dieci anni e che oggi ci consente di introitare oltre 300 mila euro dalla sola gestione finanziaria delle risorse disponibili, nonostante nel 2024 i tassi di interesse siano stati in discesa.
La Fondazione Petruzzelli, con l’approvazione dell’undicesimo bilancio in pareggio, alla fine del 2024 vanta un patrimonio netto di circa 10,8 milioni di euro, quando lo stesso, nel 2015, era di poco superiore a 24 mila euro. Questo raffronto, in modo sintetico, rappresenta il lavoro fatto in un decennio.
La Fondazione oggi è un’azienda solida e ben organizzata, ritenuta uno dei pochi teatri in Italia dove gli artisti, il personale, i collaboratori e le aziende fornitrici possono lavorare avendo la certezza di ricevere i compensi nei modi e termini contrattualmente previsti. Lo conferma il nostro indicatore di tempestività dei pagamenti dei fornitori che è di poco superiore a 7,5 giorni effettivi, intercorrenti tra la data di scadenza della fattura e la data di pagamento.
Ciò è stato possibile grazie ad un gruppo dirigente che ha strettamente collaborato con il Sovrintendente nel guidare e costruire una efficace macchina teatrale.
Per quanto concerne i punti di debolezza, francamente, nel bilancio approvato di recente non ne intravedo degni di nota».
Non mi dica che neanche la questione della proprietà del teatro non le provoca qualche insonnia.
«Sulla vicenda giudiziaria della proprietà del teatro posso dire che nutro un profondo rispetto per le istituzioni e ritengo che un punto di equilibrio tra la parte pubblica e quella privata sarà senz’altro raggiunto. Il Governo nazionale e gli enti territoriali sapranno fare squadra per risolvere la questione relativa all’utilizzo del teatro Petruzzelli. D’altronde il lavoro di quasi duecento dipendenti che quotidianamente mantengono aperto e vivo uno dei luoghi più iconici della cultura pugliese non può essere inciso da una sentenza che, tutto sommato, dovrà stabilire a chi appartengono le mura del palazzo. Ciò che realizziamo all’interno dello stesso palazzo chiamato teatro Petruzzelli, con intenso e duro lavoro, ha un valore, in quanto riesce a trasmettere emozioni uniche a centinaia di migliaia di spettatori. Mi piace menzionare un’affermazione del grande pugliese Riccardo Muti “un popolo senza cultura è un popolo che perde la propria identità”. Noi questa identità che avevamo perso a seguito dell’incendio del teatro, l’abbiamo saputa ricostruire in oltre 15 anni, con sacrificio e dignità».
Muti di recente ha diretto in teatro i Berliner Philharmoniker: cosa le è rimasto impresso?
«È stata una giornata memorabile per la città di Bari. Mi è rimasta impressa la grande risposta degli spettatori baresi che si sono dimostrati maturi e all’altezza dell’evento, capaci di esaltare una performance artistica unica. Mai un applauso fuori luogo. Altra suggestione è stata la vicinanza dei rappresentanti delle istituzioni baresi e nazionali e quella di Massimo Biscardi che è stato con Muti l’artefice della venuta a Bari dei Berliner. Spero che il Maestro Muti possa ritornare presto a Bari, per lui il teatro è sempre a disposizione».
In che modo sta affrontando questo incarico?
«Sto cercando di affrontare questo periodo con leggerezza, di trasmettere ai colleghi tranquillità e fiducia, operando con la consapevolezza della responsabilità che mi è stata affidata dal Sindaco e dal Consiglio di Indirizzo».
Che progetti state sviluppando in questo momento?
«Bari è oramai una meta turistica ed il Teatro Petruzzelli è il suo luogo più iconico, rappresenta il brand più importante della Città, intorno al quale concepire un pacchetto di nuovi servizi, aggiuntivi rispetto alle “core activities” della Fondazione, ma che ne possano valorizzare l’essenza. In questi ultimi mesi abbiamo inaugurato il bookshop del Teatro, dando avvio alle attività di merchandising e alla gestione strategica della nostra immagine, che passa anche attraverso dal merchandising, all’informatizzazione dei servizi, fino alla valorizzazione del nostro patrimonio storico-culturale. In questa scia nasce il progetto espositivo “Tesori Svelati”, percorso esperienziale che guida, da un lato, alla scoperta del patrimonio archeologico di Palazzo San Michele e dall’altro nel magico mondo della sartoria teatrale e dei costumi di scena.
Inoltre stiamo sviluppando il progetto “dome”, recentemente approvato dal Consiglio di indirizzo, che è teso ad offrire nuovi servizi, attraverso la proiezione di animazioni tridimensionali sotto la cupola interna del teatro. Un investimento che ci consentirà di avere una dotazione tecnologica innovativa per un teatro storico come il nostro, da utilizzare durante gli spettacoli per renderli maggiormente immersivi o come servizio da offrire per la promozione commerciale, anche al fine di intercettare nuovi sponsor. Lo presenteremo al pubblico alla ripresa delle attività artistiche dopo la pausa estiva.
In generale, riteniamo che il Teatro Petruzzelli debba essere nevralgico nella crescita culturale della Città di Bari e della Regione Puglia e offrire al pubblico tradizione ed innovazione e in questa logica, rientrano le attività sul territorio come i “Municipi sonori”.
Il progetto Niccolò Piccinni ci vedrà impegnati nel prossimo triennio in prima linea, non solo sotto l’aspetto artistico, ma soprattutto per rafforzare e diffondere al pubblico la conoscenza di un grande musicista e compositore, figlio importante di Bari, dando vita e valore ad uno specifico brand identitario per la città. Un progetto complesso, impegnativo, attorno al quale proveremo a far convergere le forze di tutte le organizzazioni culturali cittadine, per generare un moltiplicatore di valori, in linea con gli obiettivi strategici del Sindaco Leccese».
Quali i rapporti con il Sindaco Leccese?
Ottimi. Considero il Sindaco Leccese un tecnico-politico che coniuga la propria funzione istituzionale con notevoli competenze professionali, in grado di proiettare la città di Bari verso ecosostenibilità, innovazione ed inclusività sociale.
Inoltre la sua profonda sensibilità nei confronti della dimensione artistico-culturale, rappresenta un riferimento per il Teatro e per il suo management, nelle sfide che è chiamato ad affrontare per il prossimo futuro. Queste premesse saranno terreno fertile per una gestione sinergica dei Teatri di Bari, affinché il cosiddetto “miglio dei teatri” diventi un sistema in grado di creare una poliedrica e coordinata offerta culturale e generare importanti economie di scala nel settore».
La Gazzetta del Mezzogiorno