Reperti trafugati (e poi ritrovati) risplendono a Ruvo

Ritrovamento, rivelazione, ricerca, rinascita. Tutto questo nel Grottone di Palazzo Jatta a Ruvo nel percorso espositivo della mostra «Riscoperte. Luci e ombre del collezionismo», dove frammenti di storia, memoria, identità sono racchiusi nella bellezza di opere tornate a splendere dopo essere finite nel circuito di traffici illeciti. Autentici capolavori raccontano epoche passate, segnando narrazioni di uomini, popoli, idee con il singolare linguaggio dell’arte che affascina e descrive il passaggio del testimone tra varie generazioni.
Ceramica acroma, vasi figurati, a vernice nera e con decorazione sovradipinta, statuette in terracotta «illuminano» l’ampio salone del Grottone, spazio destinato al potenziamento della fruizione di Palazzo Jatta, concesso in uso dalla famiglia proprietaria già dal 2022. La mostra, suddivisa in sezioni, raccoglie materiale ritrovato grazie a recuperi, sequestri e donazioni seguiti dalla Procura della Repubblica e dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, assegnato in Puglia in base alla presumibile provenienza.
Tra le magnificenze anche reperti provenienti dalla vicina Lucania (anch’essi oggetto di scambi illegali) assegnati alla Direzione regionale Musei nazionali Basilicata e concessi in prestito per la mostra, visitabile di martedì, mercoledì, domenica (8.30-13.45) e sabato (8.30-19.45). L’ingresso alla mostra allestita nel Grottone è incluso nel biglietto del Museo nazionale Jatta senza costi aggiuntivi.
La Gazzetta del Mezzogiorno