Israele - Gaza, le news sulla guerra. Due accoltellati in un kibbutz vicino Gerusalemme

Due persone sono rimaste ferite in un presunto attacco con un coltello in un hotel del kibbutz Tzuba, a ovest di Gerusalemme. L’ultradestra spinge per l’annessione di parti della Cisgiordania, rischiando però tensioni con Paesi arabi firmatari degli Accordi di Abramo, già irritati dal bombardamento su Doha condannato anche dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Sul piano diplomatico, cresce lo scontro con la Spagna, il cui premier Sánchez accusa Israele di genocidio e promette nuove iniziative per fermare l’offensiva. Nella notte l’annuncio di Axios: Trump vedrà il premier del Qatar nelle prossime ore.
Al-Jazeera, a Gaza almeno 50 morti dall'alba
Almeno 50 palestinesi sono stati uccisi a Gaza dall'alba. E' quanto hanno riferito fonti mediche ad Al-Jazeera. Tra queste, almeno 37 persone hanno perso la vita a Gaza City e nel nord della Striscia.
Due accoltellati in un kibbutz vicino Gerusalemme
Due persone sono state ferite con un coltello, di cui una gravemente, in un hotel nel kibbutz Tzova, vicino Gerusalemme. Lo riporta Yedioth Ahronoth, precisando che l'aggressore, un residente del campo di Shuafat a Gerusalemme Est, è stato fermato. La polizia sta indagando per accertare il movente.
Netanyahu, Sanchez ci ha minacciato di genocidio
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato l'omologo spagnolo Pedro Sanchez di aver minacciato lo Stato ebraico di genocidio. Il leader di Madrid ha dichiarato che "la Spagna non può fermare la lotta di Israele contro i terroristi di Hamas perchè 'non ha armi nucleari'. Questa è una palese minaccia di genocidio per l'unico Stato ebraico al mondo", ha scritto Netanyahu in un post su X, menzionando l'Inquisizione spagnola, l'espulsione degli ebrei dalla Spagna e l'Olocausto. Il post fa riferimento al discorso con cui mercoledì Sanchez ha annunciato misure contro Israele, tra cui un embargo sulle armi. "La Spagna, come sapete, non ha bombe nucleari, portaerei o grandi riserve di petrolio. Da soli non possiamo fermare l'offensiva israeliana. Ma questo - ha aggiunto - non significa che non smetteremo di provarci. Perchè ci sono cause per cui vale la pena lottare, anche se vincerle non è in nostro potere".
Idf, lavori ampliamento valico verso Gaza per aumentare aiuti
L'esercito israeliano ha dichiarato di essere al lavoro per ampliare il valico 147, noto anche come valico di Kissufim, con Gaza per facilitare un maggiore apporto di aiuti umanitari. L'intervento rientra negli sforzi per evacuare i civili da Gaza City verso il sud della Striscia. "Negli ultimi giorni, le truppe dell'Idf hanno lavorato per preparare e adattare l'area, tra cui la pavimentazione di nuove strade e l'ampliamento del terminal merci", ha affermato l'esercito. Una volta completati i lavori di costruzione, la "capacità di accoglienza dei camion del valico salirà a 150 camion al giorno, tre volte il livello attuale, consentendo così un maggiore ingresso di aiuti, con particolare attenzione al cibo, nell'area umanitaria".
Madrid, Netanyahu non si può permettere di darci lezioni
"Mi sorprende che qualcuno come il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che sta realizzando atrocità a Gaza, vulnerando tutte le norme del diritto umanitario e del diritto internazionale, e che è anche contestato all'interno del suo Paese, si permetta il lusso di dare lezioni a un altro Paese", "credo che queste immagini tanto drammatiche dei bambini e delle persone che fuggono da Gaza siano una pagina terribile della storia universale, e credo che Netanyahu non sia la persona legittimata a dare lezioni a nessuno". Lo ha detto la ministra della Difesa spagnola Margarita Robles in un'intervista rilasciata all'emittente Antena 3, commentando le accuse di "palese minaccia di genocidio" lanciate dall'ufficio del premier israeliano al premier spagnolo Pedro Sanchez. "Quello che ha detto il presidente Sanchez è molto chiaro e non c'è motivo di distorcere la realtà, ovvero" ha detto che "la forza che può avere la Spagna per tentare di apportare soluzioni al conflitto non è quella bellica", ha spiegato la ministra.
Raid Qatar: “Emirati convocano ambasciatore israeliano”
Gli Emirati Arabi Uniti hanno convocato l'ambasciatore israeliano per protestare contro il raid che martedì scorso ha preso di mira una riunione dei vertici di Hamas in Qatar. Lo ha riferito l'emittente pubblica israeliana Kan. Subito dopo l'attacco, il consigliere del presidente degli Emirati, Anwar Gargash, ha dichiarato che il Paese del Golfo "sostiene con tutto il cuore il nostro Stato fratello del Qatar" e condanna "il perfido attacco israeliano che lo ha preso di mira". Mercoledì il presidente degli Emirati, Mohammed bin Zayed, si è recato a Doha per esprimere solidarietà all'emiro Tamim bin Hamad Al Thani.
Barrot, aumenteremo pressione sul governo israeliano
La Francia intende aumentare la pressione sul governo israeliano affinchè ponga fine alla guerra a Gaza. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, auspicando un cambiamento di rotta da parte dei Paesi dell'Ue nell'imporre sanzioni. "Ovviamente, vogliamo continuare ad aumentare la pressione sul governo israeliano, non sul popolo israeliano con cui la Francia ha legami", ha affermato a France Inter. Quanto alle sanzioni Ue contro lo Stato ebraico, che al momento non possono essere decretate perchè manca l'unanimità, Barrot ha notato un cambiamento di posizione. "Mercoledì, nel suo discorso al Parlamento europeo, per la prima volta, la presidente della Commissione Europea ha fatto delle aperture verso l'imposizione di sanzioni ad alcuni funzionari israeliani e ha contestato alcune dimensioni commerciali dell'Accordo di Associazione tra Unione Europea e Israele", ha osservato. Allo stesso tempo, il capo della diplomazia di Parigi ha accolto con favore la prospettiva dell'adozione di un testo all'Onu che condanni Hamas che segnerà il suo "definitivo isolamento internazionale", ha affermato. Il testo, preparato da Francia e Arabia Saudita, "condanna Hamas e i suoi crimini, ne chiede il disarmo e la definitiva esclusione da qualsiasi partecipazione al futuro della Palestina" e sarà "ampiamente adottato", ha sostenuto Barrot. La dichiarazione di New York, in votazione oggi al Palazzo di Vetro, intende dare nuovo impulso alla soluzione dei due Stati ma escludendo inequivocabilmente il gruppo militante palestinese.
Wafa, 'dall'alba 36 morti nei raid dell'Idf a Gaza'
Almeno 36 palestinesi sono stati uccisi e altri feriti dall'alba nei bombardamenti dell'esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Lo scrive l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Fonti mediche hanno riferito che, in uno degli attacchi più letali, 14 civili sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano che ha preso di mira un'abitazione nella zona di Al-Tuwam, a nord di Gaza City. Secondo al-Jazeera i 14 morti sarebbero tutti membri della stessa famiglia.
Libano: media, due attacchi israeliani nel sud
I media libanesi riferiscono di due attacchi compiuti dalle forze di difesa israeliane nel sud del Paese. Il primo, attuato con un drone all'alba, avrebbe colpito una macchina nella città meridionale di Aita al-Jabal, ma non è chiaro se ci siano state vittime o meno. Questo attacco è stato riportato dalla rete libanese "Al-Mayadeen", affiliata a Hezbollah. Nel secondo episodio, le forze israeliane avrebbero demolito un'abitazione nella città di Mays al-Jabal, sempre nel Libano meridionale. I media libanesi pubblicano un filmato dell'abitazione dopo che le truppe israeliane se ne sono apparentemente andate. L'Idf non ha ancora commentato nessuno dei due incidenti.
Hacker turchi pubblicano su X numeri ministri israeliani
Degli hacker turchi hanno pubblicato su X i numeri di telefono del presidente della Knesset e di diversi ministri del governo Netanyahu. Lo riferisce il sito d'informazione Ynet News. Così sono stati divulgati sul social i numeri di telefono del presidente della Knesset Amir Ohana e dei ministri del governo, tra cui Yariv Levin, Eli Cohen, Dudi Amsalem, Yoav Kisch, Miri Regev, Miki Zohar, Avi Dichter e Nir Barkat. Inoltre, gli stessi hacker hanno pubblicato il numero dell'ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, oltre a quello che presumibilmente appartiene al primo ministro Benjamin Netanyahu, ma hanno precisato che potrebbe non essere aggiornato. Ieri sera, un gruppo di hacker turchi aveva reso pubblico il numero di cellulare del ministro della Difesa, Israel Katz, e uno screenshot di una videochiamata effettuata al ministro, che ha risposto per errore.
Media, Trump teme Netanyahu voglia sabotare i negoziati
Cresce la frustrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e del suo staff nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo il bombardamento di martedì in Qatar, che ha preso di mira esponenti di Hamas coinvolti nei negoziati per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Lo riporta Politico, citando fonti vicine al team di sicurezza nazionale della Casa Bianca. Doha è il principale mediatore nei colloqui tra Israele e Hamas e alla Casa Bianca temono che l'azione militare israeliana possa avere l'effetto di sabotare le trattative. "Ogni volta che si fanno progressi, sembra che (Netanyahu, ndr) bombardi qualcuno", ha dichiarato una fonte a Politico. Non è chiaro se Stati Uniti o Qatar abbiano ricevuto un preavviso adeguato del raid. Un funzionario della Difesa statunitense ha definito "del tutto insufficiente" l'avviso inviato da Israele. La telefonata successiva tra Trump e Netanyahu sarebbe stata "accesa", secondo le fonti.
Axios, 'Trump vede il premier del Qatar nelle prossime ore'
Donald Trump incontrerà il premier del Qatar nelle prossime ore. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali i due leader parleranno dell'attacco di Israele a Doha. Il premier del Qatar incontrerà a Washington anche il segretario di Stato Marco Rubio e il vicepresidente JD Vance.
Minacce a ambasciata Israele, italiano arrestato in Argentina
Un cittadino italiano è stato arrestato oggi in Argentina per aver rivolto minacce telefoniche anonime all'ambasciata d'Israele a Buenos Aires. Lo riferisce una nota del ministero della Sicurezza argentino dove non si precisa l'identità dell'arrestato, ma solo che si tratta di un uomo di 42 anni, residente nel quartiere Ramos Mejia, a Buenos Aires. Al momento dell'arresto, si legge, sono stati sequestrati un telefono cellulare, un computer portatile, un pendrive, tre libri di contenuto anarchico e una maglietta del movimento 'Antifa'. L'inchiesta - prosegue la nota - ha preso il via "dopo una chiamata telefonica ricevuta dall'ambasciata d'Israele nel corso della quale un anonimo aveva proferito intimidazioni ed espressioni d'odio verso la comunità ebraica". "Siete tutti responsabili del genocidio", sarebbe una delle frasi proferite durante la chiamata. A condurre le indagini è il giudice Ariel Lijo che presiede il tribunale penale federale n.4 con l'ausilio dell'Unità di indagini anti-terroriste
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