Intercettazioni clamorose tra ex Pm Natoli e senatore Scarpinato su inchiesta Mafia e Appalti

Polemica per le intercettazioni trasmesse nella trasmissione Lo stato delle cose. "Ti farò questa domanda". Il 28 ottobre del 2023 Roberto Scarpinato dice questo al suo ex collega Gioacchino Natoli in vista della sua convocazione a Palazzo San Macuto per parlare del dossier mafia e appalti davanti alla Commissione Antimafia. "E tu tira fuori questa storia", continuava nell’intercettazione captata durante l’inchiesta della procura di Caltanissetta e fatta ascoltare da Massimo Giletti su Rai 3.
La replica del senatore ed ex magistrato: “Io e Natoli non ci siamo mai messi d’accordo. Gli ho parlato prima che iniziassero le audizioni alla Commissione antimafia. Lo avevo indicato come una persona che dovevamo sentire, sulle dichiarazioni che aveva reso in un processo, sulle confidenze che gli fece Borsellino. Poi, mesi dopo l’audizione, è stato accusato di avere gestito in modo irregolare un procedimento di cui non mi sono mi sono mai occupato. E su questa storia non gli ho fatto nessuna domanda. Quindi cosa dovevamo aggiustare?”
Sulle offese alla famigli Borsellino che sarebbero state fatte da Natoli è arrivata una lettera aperta di Manfredi, il figlio del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio il 19 luglio del 1992, e indirizzata ai propri figli per spronarli a "continuare a camminare sempre a testa alta" e per ribadire l'orgoglio, come figlio, di aver avuto "genitori di un'altra categoria". L'ex presidente della Corte d'Appello di Palermo, Gioacchino Natoli, oggi indagato dalla Procura di Caltanissetta nelle intercettazioni fa riferimento ai familiari del giudice antimafia con parole pesanti e offensive. “Cari Merope, Paolo e Fiammetta - scrive adesso Manfredi Borsellino nella lettera aperta -, a distanza di anni emerge che un altro ex collega del vostro nonno, seppure nel corso di una conversazione privata, avrebbe definito vostro padre e le sue sorelle 'tutti senza neuroni', insulti ed epiteti più o meno analoghi a quelli - come ricorderete - che ci aveva rivolto un'altra autorevole ex giudice, oggi condannata e detenuta per avere reiteratamente tradito quello Stato per cui vostro nonno aveva sacrificato la vita".
Le parole denigratorie, però, non sarebbero state rivolte solo ai figli del giudice Borsellino, Lucia, Manfredi e Fiammetta. "Questa volta però sarebbe stata financo insultata e vilipesa la vostra cara nonna Agnese - ricostruisce Manfredi Borsellino nella lettera aperta indirizzata ai figli -, fatta passare nel corso di questa conversazione per 'deficiente' e per una donna a cui 'nessuno nel mondo e nella vita avrebbe mai dato retta', tanto che sarebbe stato 'indifferente sapere se era viva o morta'". "Parole terribili", per il figlio del giudice ammazzato dal tritolo di Cosa nostra, parole "per le quali potrei dirvi anche questa volta 'non vi curate di loro ma guardate e passate', ma uno di voi tre ieri sera, seguendo il programma tv che si è occupato della incresciosa vicenda, mi ha confidato di essere rimasto abbastanza scioccato per aver conosciuto personalmente quell'ex collega del nonno - scrive ancora Manfredi - e per averne sentito parlare come una persona che gli era vicino, per cui ritrovandosi a sentire quelle parole che gli sarebbero state attribuite gli veniva da pensare allora 'quante altre persone siano come lui..'". "A questo punto - conclude la lettera - sento il dovere di dirvi oggi di continuare a camminare sempre a testa alta, perché forse vostro padre e le vostre zie per questi personaggi 'avranno pochi neuroni', ma siamo stati fortunati per avere avuto figli come voi e genitori - per dirla in gergo calcistico come sapete caro a papà - di 'un'altra categoria'".
Rai News 24