Terzo mandato: il Consiglio dei ministri impugna la legge del Trentino, la Lega vota contro

Il Consiglio dei ministri ha deliberato di impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento sul terzo mandato. La delibera è arrivata dopo un confronto tra i ministri nel corso della riunione, e con il voto contrario della Lega.
Questa possibile mossa si inserirebbe in un quadro più ampio di confronto tra l’autonomia speciale e i principi costituzionali, con implicazioni anche per altre regioni autonome come il Friuli Venezia Giulia.
Il matrimonio tra leghisti e meloniani, mai idilliaco a Trento, scricchiola anche a Roma, almeno per quanto riguarda le norme sul terzo mandato per guidare una regione. Ad oggi vige la norme secondo la quale un presidente di regione può essere eletto al massimo per due mandati consecutivi.
Un mese fa il Consiglio provinciale di Trento aveva approvato il disegno di legge, presentato dalla Lega, che aumenta da due a tre i mandati massimi consecutivi per i presidenti della Provincia autonoma. La proposta, che ha ottenuto 19 voti favorevoli e 16 contrari, è passata grazie alla divisione che si è consumata nel gruppo di Fratelli d'Italia. Carlo Daldoss e Christian Girardi hanno votato a favore, mentre gli altri due esponenti di Fdi contro. I due dissidenti hanno poi annunciato l'uscita dal partito.
La decisione del governo si basa anche sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge regionale della Campania, varata per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre per un terzo mandato. Secondo la Corte il limite di due mandati serve a preservare l'equilibrio democratico e non può essere aggirato da normative regionali. Ma quel pronunciamento riguardava una regione a statuto ordinario, lasciando un margine di interpretazione aperto per le Regioni e Province autonome, come Trento, che godono, invece, di uno statuto speciale con ampie competenze legislative.
La questione produrrà effetti anche sul Friuli Venezia Giulia, anch'essa regione a statuto speciale. Qui anche il presidente Massimiliano Fedriga punterebbe a un terzo mandato.
Le elezioni regionali del 2025 potrebbero dunque scaldarsi parecchio sulle questioni del ricambio alla guida delle autonomie speciali e dunque, di riflesso, sulle tensioni interne al centrodestra, con possibili effetti sulle alleanze e sulle strategie elettorali.
Rai News 24