Tumori, cosa si intende per adroterapia

Cosa c’entra la fisica delle particelle con l’oncologia? Molto più di quello che si possa pensare: particelle pesanti come protoni o ioni carbonio, infatti, sono alcuni tra gli strumenti che abbiamo a disposizione, accanto a farmaci, bisturi e raggi X, per trattare molti tipi di tumore. Sebbene meno conosciuta rispetto a trattamenti più “tradizionali”, l’adroterapia – così si chiama questo tipo di radioterapia oncologica – è infatti usata con successo da oltre vent’anni come terapia per tumori inoperabili o localizzati vicino a organi sensibili (per esempio cervello, occhio, base del cranio e colonna), per alcuni tumori pediatrici, per tumori radio-resistenti e perfino per re-irradiazioni, ossia quando è necessario trattare nuovamente una zona già sottoposta a radioterapia. Uno strumento da valorizzare, insomma, come emerso nel corso di un incontro tra Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea), e Gianluca Vago, presidente del Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao), il principale centro italiano per questo tipo di trattamento, con sede a Pavia, e uno dei pochi al mondo a offrire sia la protonterapia che la terapia con ioni carbonio. Si tratta di un incontro storico: è la prima volta che il numero uno dell’agenzia mondiale visita la struttura di Pavia, e l’evento è stata l’occasione per rimarcare l’importanza clinica dell’adroterapia.
Colpire i tumori con le particelle atomiche“È importante favorire la diffusione di una cultura positiva dell’utilizzo dell’energia nucleare - ha spiegato Grossi – Quello che il Cnao fa da oltre vent’anni ne è una dimostrazione: il trattamento di particolari tipi di tumore con protoni, ioni carbonio e nel prossimo futuro altri ioni. Il Cnao è impegnato da tempo nel promuovere attività divulgative e di formazione per far comprendere quanto le particelle atomiche siano un’importante risorsa da utilizzare per scopi clinici ed è pronto a iniziare nuove collaborazioni all’interno del network internazionale promosso da Iaea”.
Cos’è la Baron Neutron Capture TherapyIl Cnao si sta preparando a sperimentare anche una nuova metodica, la Baron Neutron Capture Therapy (Bnct) che potenzialmente consentirà il trattamento di forme tumorali particolarmente complesse con un approccio ancora più preciso e personalizzato, aggiunge Vago, che è anche direttore del dipartimento di oncologia e onco-ematologia all’Università di Milano. E ricorda quanto sia fondamentale investire nella formazione di nuovi specialisti capaci di gestire strumenti così sofisticati e, al tempo stesso, promuovere un accesso più equo alle cure innovative: “L’adroterapia offre potenzialità straordinarie, che richiedono ancora studio, approfondimento e lo sviluppo di competenze altamente specializzate. È importante far conoscere queste opportunità terapeutiche, unite alle altre opzioni sviluppate negli ultimi anni a beneficio della ricerca clinica e dei pazienti”.
Ma servono specialistiUn “patrimonio” da valorizzare, potenziare e raccontare, insomma. “Intorno all’adroterapia ruotano ben 20 diverse figure professionali dal medico radioterapista fino al tecnico addetto al funzionamento dell’acceleratore di particelle passando per il fisico medico e il bioingegnere. “Il nostro centro –dice Sandro Rossi, direttore generale fondazione Cnao – è un’eccellenza del sistema sanitario sia lombardo che nazionale e può vantare un expertise rilevante a livello mondiale. Con la Iaea abbiamo avviato da anni una collaborazione e organizzato convegni, workshop, attività di alta formazione e altre attività di divulgazione sull’adroterapia e, più in generale, sull’utilizzo delle radiazioni in medicina”. L’Agenzia internazionale è interessata non solo all’aspetto terapeutico della tecnologia ma anche dal tema della gestione delle radiazioni e delle possibili problematiche ambientali. “Auspichiamo – conclude – una collaborazione più strutturata con la Iaea soprattutto in programmi di alta formazione rivolti a studenti e specializzandi nelle diverse discipline interessate all’adroterapia”.
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