A Foggia il Premio Mario Frasca per ricordare i caduti nelle missioni di pace

“Dalla scuola arriva il monito alle nuove generazioni a cui fare capire lo spirito di appartenenza. Perché i nostri eroi sono caduti per i valori di pace e democrazia che non possono non destare la nostra attenzione. Mario Frasca ha frequentato proprio questo istituto scolastico, si è diplomato qui il 23 luglio del 1998 e da quel momento è partita la sua carriera militare che purtroppo si è interrotta il 23 settembre del 2011 ad Herat in Afghanistan dove Mario è morto con due commilitoni”. Lo ha detto Vincenzo Frasca, segretario dell’associazione Mario Frasca, intitolata alla memoria del fratello caporalmaggiore capo dell’esercito italiano morto durante una missione internazionale di Pace ad Herat, in Afghanistan, il 23 settembre 2011.
Frasca è intervenuto questa mattina a Foggia durante la settima edizione del premio dedicato alla memoria del fratello, in corso presso l’istituto scolastico Blaise Pascal. Il militare deceduto si è diplomato all’istituto di Foggia il 23 luglio 1998 e da sette anni la scuola e l’associazione promuovono il premio che ha lo scopo di ricordare gli oltre 170 caduti militari e civili che hanno perso la propria vita per gli ideali di pace e democrazia in territori internazionali dal 1950 ad oggi.
“La cosa importante di tali iniziative – ha continuato Frasca – è che servono per spingere a non dimenticare non solo Mario, ma tutti i caduti italiani nelle missioni di pace all’estero. C’è bisogno di ciò che ripeteva sempre Papa Francesco, ovvero pace. Partendo da uno spirito di unione ed ascolto”. “Il messaggio è far conoscere quello che accade e ciò in cui si crede, per cui si combatte e a volte si perde anche la vita”, ha sottolineato la dirigente scolastica Giulia Rosa Trimboli -. Noi ricordiamo Mario attraverso questo premio che permette ai nostri alunni e alunne di rivivere un pezzo di storia. Dobbiamo coltivare la pace prima di tutto tra noi, cercando di essere più serCerimonia all’istituto Pascal, dove si diplomò il militare morto ad Herat nel 2011. “Servono memoria, unione e spirito di pace per le nuove generazioni”eni, tolleranti, resilienti e propositivi. Forse solo così possiamo iniziare a seminare qualcosa per ottenere una pace futura a tutti i livelli ma è un cammino difficile ma dobbiamo provarci”. (Ansa)
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