Giornata mondiale della celiachia. In Italia ne soffrono 600mila persone, ma 400mila sono nel limbo


In Italia solo 265mila persone hanno una diagnosi ufficiale di celiachia
Se per molti la Giornata Mondiale della Celiachia è solo una ricorrenza da calendario, per oltre 600.000 italiani rappresenta una quotidianità fatta di scelte obbligate, esclusioni silenziose e consapevolezza forzata. Di questi, però, solo 265.102 hanno una diagnosi ufficiale. Il resto? Quasi 400.000 persone convivono con sintomi sottovalutati o confusi, troppo spesso bollati come “problemi passeggeri”.

Ma stiamo attenti, perché la celiachia non è solo una questione alimentare. Stiamo parlando di una patologia autoimmune cronica che, se non riconosciuta in tempo, può provocare danni gravi. Non si tratta di una moda né di una dieta da scegliere per “sentirsi meglio”. La differenza la fa la diagnosi, ed è proprio quella, sfortunatamente, a mancare ancora a troppe persone. "Le diagnosi rappresentano solo il 45% del valore atteso - sottolinea Rossella Valmarana, presidente dell’Associazione Italiana Celiachia -. Per questo il nostro impegno è orientato a garantire una diagnosi precoce, fondamentale per prevenire complicanze anche gravissime”.
Stiamo parlando infatti di centinaia di migliaia di persone che, ancora oggi, non sanno di essere celiache, o che vivono nella frustrazione di non essere credute. Famiglie che affrontano silenziosamente ogni giorno la gestione di una malattia che non lascia spazio all’errore, per colpa della quale anche una briciola di pane può essere pericolosa.
Per questo AIC ha previsto una serie di eventi dedicati al tema della celiachia, che si protrarranno fino a domenica 18 maggio, calcando l’arco temporale della Settimana Nazionale della Celiachia: incontri pubblici, consulenze gratuite, laboratori per bambini, corsi di cucina e momenti di divulgazione scientifica. Non solo per i celiaci, ma per tutti, perché il primo strumento per garantire l’inclusione è la conoscenza. A livello internazionale, AIC aderisce inoltre alla petizione lanciata dall’Associazione Celiachia Catalana, per chiedere all’Unione Europea una Direttiva Quadro sulla celiachia. Urgono l’istituzione di un osservatorio, un protocollo diagnostico standardizzato, formazione per il personale sanitario, incentivi alla produzione di alimenti senza glutine e il rispetto delle norme già esistenti per garantire opzioni sicure nella ristorazione pubblica.
"Nel ventennale della Legge 123/2005, aderiamo con entusiasmo a questa petizione - spiega ancora Valmarana - L’auspicio è che ciò che oggi in Italia viene definito ‘Sistema Celiachia’ possa diventare un modello europeo. Non possiamo lasciare che i diritti fondamentali delle persone celiache dipendano ancora dal Paese in cui vivono. L’invito di questa giornata è semplice ma urgente: ascoltare. Comprendere. Proteggere”.
Luce