Un antipasto di MiX Festival. A Milano cinema queer, cultura e attivismo per i diritti LGBTQ+


Una scena del film Problemista
In un’Italia che ancora fatica a garantire piena dignità e diritti alla comunità LGBTQ+, c’è chi continua ad alzare la voce, a creare spazi di visibilità, confronto e azione concreta. È il caso del MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer, che stasera – venerdì 16 maggio – dà un antipasto della prossima edizione all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano con una serata-evento a ingresso gratuito (prenotazione qui), alla vigilia della Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia (che ricorre domani, 17 maggio).
Alle 21 si brinda nel foyer della Sala Astra con un welcome drink e alle 21.30 si entra nel vivo con la proiezione di Problemista, surreale e pungente commedia di Julio Torres, con Tilda Swinton, RZA e Isabella Rossellini, che affronta il sogno americano da una prospettiva queer, creativa e profondamente politica. Ma questa non è solo una proiezione. È un atto culturale, un momento di rivendicazione, un segnale potente: i diritti non si chiedono, si affermano.
Dietro la macchina da presa c’è una visione chiara: usare il cinema non solo per raccontare, ma per cambiare. E il claim della 39esima edizione del MiX Festival, in programma dal 18 al 21 settembre, lo dice esplicitamente: ACTION! Un invito a “non restare spettatori, ma diventare corpi in movimento, voci che si alzano, storie che si affermano”, come dichiarano i nuovi direttori artistici Lara Vespari e Federico Manzionna.
La cultura, insomma, non è intrattenimento decorativo, ma leva di trasformazione. E il MiX Festival lo dimostra da quasi 40 anni: un laboratorio politico e poetico che ha fatto della visibilità LGBTQ+ una bandiera, un cantiere di libertà che ogni anno si rinnova, in dialogo con la città e con le sue lotte. Lo ricorda bene anche l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, che in un videomessaggio afferma con chiarezza: “Il MiX è un invito aperto a tutte e tutti a essere parte attiva del cambiamento, in una città che crede nella libertà, nella pluralità e nella dignità di ogni individuo”. Parole che dovrebbero essere scolpite nella pietra, in un’Italia dove spesso il dibattito sui diritti civili si riduce a polemica sterile, se non a palese ostruzionismo.
E invece, il MiX costruisce. Costruisce immaginari alternativi, spazi di ascolto, alleanze trasversali. Lo fa coinvolgendo realtà come CIG Arcigay Milano, Milano Pride e artisti come Protopapa, ilromantico Moschino e Italy Bares, in scena in questi giorni per combattere lo stigma sull’HIV/AIDS. E lo fa chiamando in causa anche figure simbolo come Porpora Marcasciano, attivista trans e candidata al Nobel per la Pace 2025, la cui voce sarà parte della colonna sonora ufficiale del festival.
È giusto dirlo chiaramente: i diritti delle persone LGBTQ+ in Italia sono ancora parziali, fragili, esposti. Non basta illuminare palazzi una volta all’anno, non bastano gli slogan. Servono leggi, tutele, riconoscimento pieno delle famiglie omogenitoriali, una legge contro l’odio efficace, educazione affettiva nelle scuole. Servono risorse, ascolto, volontà politica.
E finché il Parlamento tentenna, rinvia o ignora, eventi come questo diventano fondamentali: il MiX Festival è presidio culturale e politico, antidoto alla retorica dell’intolleranza, risposta concreta a chi vorrebbe silenziare identità e corpi fuori norma. È, in una parola, resistenza.
La serata di oggi è solo l’inizio. A settembre il MiX invaderà nuovamente Milano con la sua energia, portando il cinema queer al Piccolo Teatro Strehler, alla Casa di Quartiere Garibaldi, e per la prima volta al Cinema Arlecchino. Ma già da stasera, chi partecipa contribuisce a un gesto collettivo: affermare che esistere è un diritto, e raccontarsi è un atto di libertà. Nel frattempo, il tesseramento all’associazione MiX Milano APS è aperto: un piccolo gesto da 20 euro che sostiene una grande visione. Perché la cultura non cambia il mondo da sola, ma può indicare la strada. E il MiX, da quasi quarant’anni, cammina davanti.
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