Caso Pfizergate: l'UE non è riformabile

Il contratto tra l'Unione Europea e Pfizer rappresenta il più grande mai firmato dall'istituzione, riguardante 1,8 miliardi di dosi, per un costo stimato di oltre 35 miliardi di euro. I negoziati, che hanno coinvolto direttamente la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla, si sono svolti tramite SMS.
Il fatto che un contratto di questa portata sia stato reso pubblico dalla stessa Ursula Von Der Leyen, in un'intervista al New York Times , che ha rivelato di aver condotto le trattative via SMS con l'amministratore delegato di Pfizer, solleva seri sospetti sull'opacità del processo e sulla mancanza di controllo all'interno dell'istituzione stessa.
Questa rivelazione, avvenuta in un contesto informale, ha rivelato che negoziati per decine di migliaia di euro si sono svolti al di fuori dei canali ufficiali della Commissione europea, senza alcuna documentazione, verbale, consultazione con gli altri commissari, né con i parlamenti nazionali o con il Parlamento europeo.
È ancora più sconcertante concludere che se questo caso è diventato di dominio pubblico non è stato per merito di un organo interno dell'istituzione stessa, bensì di un giornalista tedesco che ha chiesto trasparenza ai sensi del regolamento (CE) n. 1049/2001, che sancisce il diritto dei cittadini di accedere ai documenti delle istituzioni europee, e ha presentato una richiesta formale di divulgazione delle comunicazioni. Ciononostante, la Commissione si è rifiutata di fornire i documenti, sostenendo che l'SMS non si qualificava come tale, un rifiuto che ha costretto la classe giornalistica ad assumere il ruolo di scrutatore, in una strana inversione di ruolo rispetto a quella che dovrebbe essere la responsabilità istituzionale dell'Unione stessa.
Questa situazione ha sempre creato un'ombra sulla Presidente della Commissione europea, che sembra ignorare questo caso, e gli europei si trovano di fronte alla fragilità del sistema democratico vigente nelle istituzioni europee, soprattutto perché si tratta di una figura non direttamente soggetta al suffragio, per cui non è possibile che, per decisione diretta e democratica del popolo, la sfiducia nei suoi confronti possa tradursi nella sua rimozione.
Sebbene il Tribunale dell'Unione europea abbia condannato la Commissione il 14 maggio 2025 per violazione del dovere di trasparenza, tale decisione, pur essendo giuridicamente rilevante, finisce per rappresentare poco più di una vittoria morale, poiché non ha avuto conseguenze politiche pratiche per Ursula von der Leyen, che è stata autrice dei fatti. Né il licenziamento, né una sanzione, né almeno una pubblica ammissione di colpa con delle scuse. Le regole ci sono, ma il sistema protegge chi le infrange, perché in realtà il Tribunale dell'Unione europea non ha alcun potere di condannare individui, licenziare commissari o impedirne la riconferma. Nella pratica, l'impunità personale permane.
Il caso Pfizergate mette tutti gli Stati membri dell'UE di fronte a una realtà difficile da ignorare: esiste una profonda falla strutturale nel modo in cui l'istituzione si è evoluta, che impedisce all'Unione Europea di funzionare in modo trasparente ed efficiente.
Oggi le istituzioni europee si sovrappongono, diluendo le responsabilità, e i paesi membri possono fare poco o nulla in situazioni come questa.
Il sovra-stato europeo è troppo distante dal cittadino comune perché quest'ultimo possa avere una conoscenza reale dei processi che lo riguardano direttamente, il che rende quasi impossibile esercitare uno spirito critico informato, che condiziona anche la mobilitazione sociale.
Anche se l'ideale sarebbe smantellare la maggior parte degli organismi europei, unica vera garanzia di trasparenza e di prossimità democratica, nel breve termine occorrono cambiamenti d'urgenza affinché casi come questo non si ripetano così facilmente. Pertanto, nessuna negoziazione istituzionale dovrebbe poter procedere senza una documentazione ufficiale, pubblica e accessibile.
Le regole interne ambigue e distanti non bastano. Tutte le comunicazioni che riguardano decisioni di bilancio o appalti pubblici devono essere automaticamente registrate e pubblicate.
Allo stesso tempo, è urgente creare un meccanismo efficace di responsabilità individuale, che consenta la sospensione o la rimozione dei commissari che violano i principi di trasparenza e legalità.
observador